The Stone, Corti e Spielberger primi al traguardo
Termina con la solenne cerimonia di consegna dell’iconica pietra ai finisher della full distance l’avventuroso viaggio alla scoperta dei propri limiti di The Stone, il triathlon estremo d’alta quota organizzato da TriO Events in partnership con Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Ponte di Legno e Comune di Sulzano.
A guidare gli StoneMen varcando per primi le agognate “porte del Paradiso”, con un traguardo meravigliosamente innevato, il bresciano Marco Corti (Zerotrenta Triathlon, 12h24’50”) e la tedesca Tanja Spielberger (DTU Triathlon, 14h56’02”). Per la coppia regina dell’edizione 2024 l’entrata di diritto nell’albo d’oro di quella che non rappresenta una semplice gara, ma un’ascesa su distanza Ironman dalle emozioni travolgenti con oltre 6mila metri di dislivello tra nuoto, bici e corsa, che ha avuto inizio dalle acque del Sebino, alle ore 4 del mattino, fino ai 2.600 m slm di Passo Paradiso.
Accompagnati da un mix di sole, pioggia, vento fino al ghiaccio del gran finale, gli StoneMen hanno affrontato 3.8 km di nuoto, 175 km in bici, tra le province di Brescia e Sondrio con il superamento degli storici passi Aprica, Mortirolo e Gavia, e, infine, 36 km di corsa sui sentieri dell’alta Valle Camonica. Novantadue i finisher totali dei 150 triatleti al via, giunti da 14 Paesi (Germania, Svezia, Austria, Ungheria, Belgio, Francia, USA, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Gran Bretagna, Sud Africa, Italia) per la manifestazione che abbraccia, nell’arco di venti ore, Lago d’Iseo, Valle Camonica e Ponte di Legno.
“Una bella emozione – racconta commosso Marco Corti – Una gara tosta, anche questo finale con la neve molto impegnativo. Si tratta del mio primo extreme triathlon: ho sempre avuto rispetto di questa competizione perché finirla è davvero difficile. Mi sono divertito, dal nuoto nel buio della notte alla frazione di bici particolarmente dura. La cosa importante è sapersi gestire. Gli ultimi 20 km sono stati molto sfidanti. È stato un viaggio fantastico”.
La competizione è tappa del circuito internazionale Extreme Triathlon Series, che annovera anche Winterman CZECH Xtreme Triathlon, Knysna Extreme Triathlon, Pirene Xtreme Triathlon, Austria eXtreme Triathlon. Chi completa entro 3 anni le 5 gare ottiene l’accesso all’élite Hall of Fame Extreme Triathlon Series, obiettivo della vincitrice di The Stone Tanja Spielberger: “L’atmosfera del mio primo extreme triathlon nel 2021 mi ha ispirato a tal punto da pormi un nuovo obiettivo: completare la Xtri-Series.
Finora ci sono riusciti in otto, ma nessuna donna. Vorrei essere la prima e, magari, la più veloce in assoluto. The Stone è una gara pazzesca, la più dura mai fatta – continua raggiante – Sono felice di aver avuto il mio team a supporto. È stato fondamentale, senza non sarei qui e non sarebbe stato possibile nulla di tutto questo. Loro hanno fatto qualsiasi cosa per me! Conoscevo un po’ il territorio: sono venuta cinque settimane fa, ma sono potuta andare solo dopo il tunnel a causa della neve, e siamo stati qui anche nel 2020, ma di certo oggi è stata molto più dura”.
APPROACH TO STONE
Per 50 triatleti la sfida è terminata, invece, al Tonale grazie ad Approach to Stone, un programma di avvicinamento alla full distance, che li ha impegnati su un percorso ridotto comprendente 2,2 km di nuoto, 138 km di bici e 27 km di corsa. Tra i 31 finisher, i più veloci sono stati il sondriese Matteo Balbini (Swatt Tri Club, 9h05’09”) e la spagnola Mireia Quirós Medina (11h43’31”). Per tutti loro la pietra grezza, come monito a partecipare alla prossima edizione e incidere il proprio nome nella storia dell’evento. “Sono molto soddisfatto di come è andata. È stato fondamentale per me partire con calma – dichiara Matteo Balbini – Nel nuoto ho perso la mia boa, mi sono dovuto fermare per rimetterla. Cosa importante è stata non agitarsi e non esagerare. La gara è lunga e poteva essere conclusa solo trovando un giusto ritmo”.
Dalla sponda del lago d’Iseo, in località Tavernola Bergamasca, è partita la frazione di nuoto (3.8 km), con un tracciato in linea retta per attraversare, entro le ore 6, lo specchio d’acqua verso la T1 a Sulzano. Da qui la frazione bici (175 km) nella Valle Camonica, con un dislivello positivo complessivo di 4.100 m, da terminare in 11 ore. Dopo 75 km, i partecipanti hanno dovuto gestire i mitici passi Aprica (1.176 m slm), a Edolo, il Mortirolo (1.852 m slm) e il Gavia (2.621 m slm). In piazza a Ponte di Legno il giro di boa prima dell’attacco al Gavia (km 140, 1.200m slm) e, rientrando, per l’ambita T2.
Nella frazione di corsa (36 km) il passaggio dai 1.200m slm ai 2.600m slm della finish line, da concludere in 7 ore. Nei primi 20 km nei pressi di Ponte di Legno e del fondovalle si sono toccate le frazioni di Zoanno, Precasaglio e Villa Dalegno, per passare sul versante opposto nel centro di Temù, Valbione (1.500m) e nuovamente a Ponte di Legno (km 20). Con un’ultima salita i triatleti sono arrivati alla T3 al Passo del Tonale (1.883 m slm), da non superare oltre le 21 (km 31). Con una piccola variazione del percorso legata alla presenza della neve, comunicata nei giorni precedenti, i 4 km finali (700 m di dislivello) lungo la Pista Paradiso per giungere al traguardo di Passo Paradiso.
C.S.