Storie maledette del calcio.
Anche lo sport più popolare del mondo nasconde segreti indicibili, storie che non vogliono (o non possono) essere divulgate. Dal 1889 – universalmente riconosciuto come l’anno zero del calcio – sono ottantotto i giocatori deceduti sul rettangolo verde. Ma in questi racconti si parla di morti dovute a cure “speciali”, suicidi inspiegabili che hanno lasciato sgomenti, terribili agonie provocate da malattie rare. Sla in primis. E poi omicidi, che in molti casi non hanno ancora un colpevole. Da Taccola a Vialli, da Astori a Fortunato passando per Maradona, unico straniero della nera raccolta: Roberto Maida narra le tragedie più dolorose e misteriose della storia del calcio italiano arricchendole con testimonianze, inchieste e aneddoti straordinari. Tutto ciò che videocamere e microfoni non hanno mai potuto raccontare.
Roberto Maida (Roma, 1976) è giornalista professionista e si occupa di sport. Ha iniziato la carriera a Tele+ per poi passare alla redazione sportiva di Mediaset. Dal 2005 è al «Corriere dello Sport», dove ha raccontato centinaia di eventi di rilevanza nazionale e internazionale. Se dovesse individuare un oggetto da portare con sé in un’isola deserta sceglierebbe le sue scarpe da running: proprio durante una lunga sessione di corsa è stata partorita l’idea di questo libro.
«Roberto Maida è stato bravo nel riuscire a imporre a una materia così bruciante una dolcezza insospettabile». Dalla prefazione di Ivan Zazzaroni
«I racconti contenuti in questo libro sono davvero sconvolgenti. Spesso ci si dimentica che anche i calciatori sono esseri umani, con le loro fragilità e i loro problemi». Dalla postfazione di Morgan De Sanctis
C.S.