Le arti marziali: per saperne di più. 3
no images were found
Tecniche moderneIl Sambo acronimo di Samozashita Bez Orusha, ovvero “difesa personale senz’armi”, è di origine russa e si è sviluppata a partire dagli anni ’20 come metodo di lotta destinato all’addestramento dell’esercito. La maggior parte delle tecniche di atterramento al suolo del sambo sono eseguite in ginocchio, ossia con la linea delle spalle al di sotto della cintura dell’avversario. Nella competizione sportiva per ciò che riguarda la lotta a terra sono proibite le tecniche di lussazione degli arti e gli strangolamenti.
La Savate è nata nei bassifondi parigini all’inizio dell’Ottocento, è una disciplina sportiva che trae origine da un’arte di difesa militare, le chausson. All’inizio le tecniche potevano essere eseguite soltanto con i piedi, ma dal 1820 furono introdotti i colpi a schiaffo con le mani e nel 1830 i contendenti cominciarono ad usare i guantoni da boxe. Lotta Libera e Grecoromana La differenza tra i due stile è rappresentato dal fatto che nella lotta Greco-Romana non si possono eseguire tecniche di atterramento o ribaltamento che prevedano azioni sulle gambe, come l’uso di prese alle gambe, tecniche di spazzata o intrecci.
Jogo do pau di origini portoghesi, per praticarla si utilizza un bastone rustico di 1,55 cm di lunghezza. I contendenti, emulando le antiche gesta medioevali di questo attrezzo, si impegnano in una scherma o duello tutto particolare. A livello sportivo, invece, i due contendenti sono dotati di una completa e modernissima attrezzatura protettiva che ne garantisce ad entrambi l’incolumità. Vi è una versione corta del bastone (80 cm.) che viene utilizzata dagli organi di polizia.
Juego del palo o gioco del palo è un’attività ludica ricreativa delle canarie, i cui movimenti vengono eseguiti con un palo quasi a voler simulare un combattimento tra due giocatori che cercano di “segnarsi” o realizzare dei finti colpi senza toccare le parti protette dell’altro giocatore.
La Krav Maga è l’arte marziale israeliana dove è nata dalla fusione di un’arte di combattimento, la Kapap, che serviva ad addestrare le formazioni d’elite del neo nato stato Israeliano, e dall’elaborazione effettuata su queste tecniche da Imi Lichtenfeld. È un’insieme di tecniche di combattimento e sopravvivenza studiato per la praticità e immediatezza.
Le arti marziali nelle Americhe
Le arti marziali nelle Americhe sono state meno codifiche e praticate come scuole, a differenza degli altri continenti, le più praticate oggigiorno provengono in predominanza dal sud.
I popoli nativi del nord America si consideravano guerrieri e si allenavano con le loro armi, archi e frecce, lance, coltelli, asce e mazze da guerra. Queste ultime venivano considerate le armi più nobili e con queste disputavano i duelli. Le abilità con queste armi andavano via via affinandosi durante tutta la loro vita. Secondo le testimonianze storiche più recenti, si è dimostrato che i nativi americani avevano acquisito una impressionante abilità nell’uso delle mazze da guerra, tanto da essere paragonati ai maestri di spada europei.
Se si escludono le arti di combattimento degli indigeni americani, nel Nord America non sono state inventate arti marziali, ma sono piuttosto state importate quelle europee in seguito alla colonizzazione (quali la boxe, la scherma e la lotta), e più tardi quelle asiatiche, che hanno avuto una notevole diffusione e sviluppo nel XX secolo. È nata negli Usa la Kick Boxing, attorno alla prima metà degli anni Settanta sull’onda dei tanti film di kung fu provenienti dal lontano Oriente, riuscendo a fare immediatamente breccia tra gli appassionati americani. Questo sport è caratterizzato da colpi spettacolari, match molto duri ma stilisticamente apprezzabili e comprensibili anche per un pubblico inesperto. Si suddivide in semi contact-karate moderno, un combattimento con stop ad ogni punteggio, esiste la formula a squadre. Light contact-combattimento continuato, senza ko, con calci e pugni dalla vita in su. Full contact – calci e pugni dalla vita in su. Nel low kick, in aggiunta al full contact, si possono tirare circolari in linea bassa. Nel Thaikickboxing si possono portare calci e pugni su tutta la linea del corpo, con ginocchiate e clinch (corpo a corpo) che dura massimo 5 secondi. Nel Musical form o free stile l’atleta svolge un combattimento immaginario con la musica e con acrobazie. Infine, l’AeroKickboxing prevede un sacco a terra, colpi, tecniche e combinazioni a ritmo di musica.
Per chi volesse vedere questa arte marziale in azione, consigliamo i film della serie “Karate Kid” e “Il ragazzo dal kimono d’oro”.
In Messico la parola “Lucha Libre” può essere facilmente tradotta in italiano in “Lotta Libera” ed è un modo, uno stile di fare pro-wrestling sviluppato nelle regioni del Messico. La storia della Lucha Libre parte dagli anni 30, quando Salvador Lutteroth diventa un promoter, acquistando alcuni giovani talenti che aveva visto lottare nel Texas ed importandoli così in Messico. Un lottatore messicano di definisce “Luchador” (plurale Luchadores). Il wrestling messicano è molto più spettacolare di quello americano è basato su alcune velocissime prese, proiezioni e sequenze che lasciano lo spettatore senza fiato. Una delle loro caratteristiche è proprio le mosse volanti, le “High-flying moves” ad alto rischio, come la “450° Splash” (adottata da tantissimi lottatori di origine messicana) e il “Moonsault” (e tutte le sue varianti).
Le maschere sono apparse nel wrestling messicano nella seconda metà degli anni 30, e rappresentano qualcosa della loro tradizione messicana: antichi eroi o dei aztechi, animali o simboli che rappresentano il loro carattere o la loro “gimmick”, ovvero il talento personale. Il potere simbolico e tradizionale della maschera è diventato a volte così forte, che alcuni luchadores sono stato considerati alla stregua di eroi popolari, pronti a combattere per difendere i più deboli.
Bibliografia cinematografica: il recentissimo “Nacho Libre”.
America del Sud
Nell’America meridionale la più famosa e diffusa arte marziale è la Capoeira, creata dagli immigrati africani in Brasile intorno al XVI secolo. La capoeira è un’arte marziale brasiliana di origine africana caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l’armonia dei movimenti (per questo spesso scambiata, dagli ignoranti, per una danza). Il mito diffuso è che la capoeira fosse un modo per gli schiavi di allenarsi a combattere dissimulando, agli occhi dei carcerieri, la lotta con la danza. Venne proibita agli schiavi nel 1814, assieme ad altre forme di espressione culturale, principalmente per impedirne l’aggregazione.
La capoeira è divisa in due stili: la capoeira Angola e quella Regional. La prima ha movimenti più lenti e più vicini al suolo, il jogo dura più a lungo ed enfatizza il dialogo fra i due corpi, l’estetica e la ritualità dei movimenti, le strategie e le tattiche, la malandragem (cioè l’astuzia, la malizia nel gioco). La seconda è successiva e tecnicamente, adottò alcune tecniche derivate da altre arti marziali per restituire alla capoeira la sua valenza di lotta, persa nel tempo.
Elemento comune a qualsiasi stile di capoeira è la musica. Il ritmo del berimbau (lo strumento simbolo della capoeira) scandisce ogni fase del gioco nella roda.
Anche se non usata come mezzo di combattimento, Vincent Cassell dà una spettacolare prova di questa disciplina nel film “Ocean’s twelve”.
Il Jujitsu brasiliano deriva da quello orientale originale, a cui sono state aggiunte nuove tecniche ed eliminando quelle meno pratiche. Da questo momento il Ju-Jitsu divenne Jiu Jitsu Brasiliano, un sistema di combattimento assai più efficace e completo. Il Ju-Jitsu, in origine un’arte solo per l’elite, divenne velocemente popolare e alla portata di tutti. Il Ju-Jitsu arrivò in brasile nel 1914, portato da Mitsuo Maeda, un campione giapponese, che andò in Brasile per aiutare la comunità nipponica, grazie a Gastao Gracie, un politico Brasiliano di origine Scozzese. Per dimostrare la sua gratitudine Maeda, insegnò tutti i segreti dell’arte del Ju Jitsu a Carlos Gracie, figlio di Gasato.
LEGGI ANCHE:
Le arti marziali: per saperne di più. 2
Redazione