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Lo sport veneto fa squadra per battere il coronavirus

Bardelle: “serve la massima attenzione da parte di tutti. Olimpiadi a rischio”. Taschin: “nell’emergenza lo sport sia considerato al pari degli altri settori”
17 Marzo 2020 Stampa articolo

coniAnche il mondo dello sport veneto fa i conti con l’emergenza coronavirus. I decreti del Governo hanno imposto lo stop a ogni attività e ancora è presto per capire quando realmente si potrà tornare in campo. Nel momento di massima difficoltà l’unico strumento disponibile è l’unione. Si può battere il covid-19 solo facendo squadra e remando tutti nella stessa direzione. Ne è convinto anche il presidente del Coni Veneto Gianfranco Bardelle, che analizza così la difficile situazione.

“Lo sport è una componente importante per una regione come la nostra. Oltre il 40 per cento della popolazione pratica sport, ci sono più di 200mila volontari che si impegnano ogni giorno nelle nostre società e decine di famiglie vivono solo grazie allo sport – premette il numero uno del Coni Veneto – Per questo, inizialmente non è stato facile recepire i messaggi arrivati dal Governo. Però nel giro di pochi giorni la risposta degli sportivi veneti è stata importante. Si può continuare a fare sport anche a casa, in giardino, a distanza di sicurezza dagli altri. In questo momento serve la massima attenzione da parte di tutti. Cerchiamo di rimanere in casa il più possibile e seguiamo diligentemente le direttive che ci vengono date per il nostro bene”.

Domani Bardelle parteciperà a un tavolo regionale convocato dall’assessore allo sport veneto Cristiano Corazzari. Un momento di confronto per analizzare tutte le problematiche connesse con l’emergenza coronavirus. Non ultime quelle di carattere economico. “Bloccare completamente lo sport significa mettere in grossa difficoltà tutte le realtà che operano e vivono grazie a questo settore – aggiunge il presidente del Coni Veneto – Dopo questo periodo le società sportive faticheranno molto a trovare nuovi sponsor. L’80% dei nostri impianti sportivi è in gestione a privati che ora, dopo la chiusura totale, sono letteralmente in ginocchio. E poi, naturalmente, c’è il turismo: intere aree della nostra regione hanno nello sport un volano irrinunciabile, anche grazie a manifestazioni consolidate. E’ indispensabile che Governo e Regione Veneto prendano in considerazione aiuti a tutte le società impegnate nell’organizzazione di eventi sportivi importanti per il nostro territorio”.coni

Fare previsioni in questo momento è molto difficile. Ma con le Olimpiadi di Tokio all’orizzonte è logico pensare anche agli scenari più negativi. Sul punto il presidente del Coni Veneto sembra avere le idee chiare. “Temo la situazione non si risolverà a breve. Conosciamo ancora troppo poco di questo virus – spiega Bardelle – A mio giudizio le Olimpiadi sono a rischio. I mesi che precedono i giochi da sempre sono fondamentali; in questo periodo si tengono tutti i principali tornei di qualificazione. Ora che è tutto fermo, mi chiedo quali atleti andrebbero a Tokio per giocarsi le medaglie. Penso sia molto meglio pensare fin da ora a un rinvio al 2021. Prima viene la salute, poi le Olimpiadi”.

Sulla difficile situazione che ha portato al blocco totale dello sport interviene anche il delegato provinciale Lucio Taschin, che ricorda come il ruolo del Coni Point di Rovigo “sia stato importante soprattutto nella prima fase dell’emergenza, quando le informazioni erano frammentate e occorreva darne massima diffusione. Ringrazio soprattutto il Prefetto di Rovigo per averci coinvolti nelle operazioni di coordinamento e per l’ottimo lavoro svolto. Attraverso la rete dei fiduciari abbiamo cercato di fare la nostra parte facendo scivolare le direttive imposte verso tutte le realtà sportive del territorio”. Quanto al futuro, l’invito di Taschin va in due direzioni. “L’impatto di questa emergenza forse si vedrà realmente solo fra qualche mese. Mi aspetto che lo sport sia considerato al pari di tutti gli altri comparti economici del Paese nei provvedimenti che disporranno gli aiuti e le misure da cui ripartire – osserva il delegato provinciale – Allo stesso tempo il mio pensiero va ai tanti giovani sportivi che si stanno allenando a casa in questi giorni; a loro avremmo dovuto dedicare la nostra tradizionale ‘Festa Young’ di aprile, che naturalmente non si farà. Resto dell’idea che anche da casa ci siano mille possibilità per restare in forma e mi auguro che magari durante queste lunghe giornate senza uscire qualche ragazzo possa convincersi, attraverso l’attività fisica domestica, a iniziare seriamente a fare sport una volta finita l’emergenza”.

C.S.



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