Altro calvario per Mancin alla Paolino Teodori
RIVÀ (Rovigo) – Round numero quattro del Campionato Italiano Velocità Montagna 2018 e terzo fine settimana consecutivo da dimenticare per Michele Mancin.
Dopo uno splendido avvio di tricolore, con la vittoria all’apertura della serie alla Cronoscalata Alpe del Nevegal, per il portacolori di Mach 3 Sport è iniziato un periodo alquanto buio, con continui problemi di natura tecnica, confermati anche in occasione della recente Coppa Paolino Teodori, corsasi tra sabato e domenica scorsa in provincia di Ascoli Piceno.
Il quarto posto di classe A 1600, con il quale il pilota di Rivà ha concluso la trasferta marchigiana, nasconde bene l’autentico calvario al quale ha dovuto far fronte, per mantenere inalterate le speranze di cucirsi sul petto il terzo alloro nella massima serie nostrana per gli amanti della velocità in salita.
Solo la determinazione del polesano e del proprio staff gli ha permesso di prendere il via, alla guida della consueta Citroen Saxo gruppo A targata Assolcub Motorsport, nel tentativo di ridurre al minimo un passivo che, in caso di ritiro, avrebbe segnato irrimediabilmente le sorti del campionato.
“I giorni di avvicinamento alla gara sono stati, apparentemente, tranquilli” – racconta Mancin – “ed eravamo fiduciosi di esserci lasciati la sfortuna di Verzegnis e Fasano alle spalle. Purtroppo, abbiamo fatto i conti troppo presto e senza l’oste, come si usa dire. Dopo un forte temporale, arrivato venerdì notte, abbiamo affrontato la prima salita di prova, al sabato, e non abbiamo avuto particolari problemi. Abbiamo fatto un test con le gomme ed eravamo abbastanza soddisfatti della situazione. Una volta terminati gli arrivi sono sceso in folle sino alla partenza, che si trovava in un tratto pianeggiante. Appena inserita la marcia ho iniziato a sentire un rumore anomalo. In assistenza abbiamo controllato, assieme a Daniele, e ci siamo resi conto che sull’olio era presente il dente di un ingranaggio della coppia conica. Per fortuna lo abbiamo trovato. Se andava in giro avremmo dovuto fare i conti con danni ben più pesanti.”
Da quel momento scatta la vera e propria gara di Mancin, quella per trovare una soluzione in grado di consentirgli di prendere il via il giorno seguente.
“Non sapevamo cosa fare” – sottolinea Mancin – “ed eravamo combattuti tra l’andare a casa e cercare in zona un’altra coppia conica. Sarà stata forse una follia ma, grazie a mio fratello Nicola e alla sua famiglia, una nuova coppia conica è partita da casa nostra per arrivare sino a Loreto, dove ci siamo incontrati per la consegna. Una volta ritornato in campo gara, grazie all’aiuto di Tito, abbiamo smontato il cambio e sostituito la coppia conica. Lavoro ultimato alle due di notte. Dopo quattro ore di sonno ci siamo alzati per affrontare la prima manche di gara.”
C.S.