Rugby Frassinelle: Intervista agli educatori dell’Under 12
In questo week-end che vede la pausa di tutte le attività del Minirugby di Frassinelle ne approfittiamo per conoscere gli educatori dell’Under 12. Oggi è la volta di Marco Fenzi che assieme a Giuseppe Mortella allena questa Under. Iniziamo a conoscerli…
Marco, parlaci un po’ di te.
“Mi chiamo Marco e ho giocato nel rugby Frassinelle in serie B negli anni d’oro della Società. Sono strato compagno di squadra di Diego Salvan e di Denis Zanconato oggi miei colleghi nello stesso club. Poi ho giocato nel rugby Monselice e a touch rugby con i Bandiga Rugby Rovigo touch dove sono stato Campione d’Italia nel 2009.
Come allenatore ho iniziato molto tempo fa. I primi corsi li avevo già fatti nei lunghi periodi di infortunio che purtroppo hanno caratterizzato spesso la mia attività di giocatore. Piuttosto di stare fermo allenavo.
Ho allenato le Under 14, 16 e 18 del Rugby Badia e l’Under 10 della Junior Badia Sono stato anche allenatore per un anno del Progetto Polesine Under 16 élite”.
E invece tu Giuseppe?
“Mi chiamo Giuseppe, Beppe per chi mi conosce. Ho iniziato a giocare dai 9 anni nel Rovigo e dopo 8 anni ho deciso di smettere. Poi venendo a vedere una partita del Frassinelle (in realtà ero venuto a vedere un amico che giocava nel Trento), Agostino Freddo, D.S. quell’anno del Frassinelle mi ha chiesto di venire a giocare. Il martedì successivo ero in campo ad allenarmi. Sono passati 10 anni e sono ancora qui.
Sono una prima linea duttile. I migliori ricordi da giocatore del Frassinelle sono la partita vinta in casa contro il Monselice e la meta di quest’anno al Battaglini contro il Rovigo.
Sono stato uno dei primi educatori, assieme a Andrea e Mirco Pasquin e Alessandro Raboni del mini rugby del Frassinelle”.
Quindi Marco, per te è un ritorno a Frassinelle. Quali sono le differenze che hai notato rispetto al passato?
“Si, è un ritorno e ne sono orgoglioso. Con il vecchio Frassinelle ho avuto e dato tanto e ora mi sento quasi in debito verso una piccola ma grande realtà del nostro rugby polesano.
Il rugby Frassinelle a suo tempo non aveva le giovanili. Esisteva solo la prima squadra e da quella squadra, da quella famiglia sono nate tante esperienze, amicizie e momenti di vita importanti”.
Invece per te Beppe, questa esperienza con l’Under 12 ti ha dato la possibilità di lavorare praticamente con tutte le Under del Minirugby. Quali sono le differenze che hai notato?
“Ho notato molta differenza fra Under 10 e 12, molto più che fra 8 e 10. Anche a livello umano i ragazzi, soprattutto quelli del secondo anno, che hanno cominciato le scuole medie, sono molto più maturi e l’approccio che bisogna avere con loro è nettamente diverso a quello che con gli stessi ho avuto nelle categorie inferiori”.
Marco, oltre ad essere un educatore dell’Under 12 sei l’assistente di Dario Dardani con la prima squadra e alleni anche Beppe Mortella che lavora con te con questa Under 12. Come è il Beppe giocatore?
“Probabilmente il doppio impegno lo ha un po’ distratto. A volte seguire i ragazzi alla domenica mattina e poi giocare con la prima squadra il pomeriggio non è stato facile anche se ultimamente ho cercato di lasciarlo più libero di concentrarsi con i grandi. Lo ringrazio fin d’ora per quello che ha potuto ed è riuscito a darmi e a darci. Comunque, segna più di Bicego”
E invece Beppe, come è il Marco allenatore?
“Fortunatamente siamo due persone intelligenti e siamo riusciti a tenere diviso il rapporto da educatore-educatore da quello allenatore-giocatore. Ho comunque una buona considerazione di lui anche come allenatore, nonostante lui fosse più concentrato sui ¾. Credo che comunque è sul podio degli allenatori più grintosi che abbia avuto”.
Torniamo ai ragazzi che compongono l’Under 12. Quanti sono gli atleti che compongono questo gruppo? E come è lavorare con dei ragazzi che stanno entrando nell’età adolescenziale? Se non sbaglio, anche in questa categoria ci sono stati degli inserimenti di nuovi ragazzi che si sono approcciati al rugby. Come è stato il loro inserimento?
Marco: ”Il gruppo nel corso dell’anno si è incrementato e ora siamo ad un totale di 20 ragazzi, con i nuovi ben inseriti ma con ovvie difficoltà di mancanza di basi principali. Lavorare con ragazzi di questa età non è facile ma da molte soddisfazioni. L’importante è darsi dei principi e delle regole. Le mie sono Disciplina, Dedizione, Determinazione e Divertimento. Chiaro che ad ogni età devi saperle imprimere in modo diverso”.
Giuseppe: “Come detto nella prima domanda lavorare con giovani adolescenti è stata la differenza più grossa che ho osservato arrivando in 12. Non un problema, ma comunque uno degli aspetti su cui ho dovuto lavorare di più”.
Che tipo di attività fatte con questi ragazzi e come vi coordinate sui programmi di lavoro in campo?
Marco: “L’attività principale è stata quella di stimolarli ad avere competenze tecniche e competenze atletiche con l’aiuto prezioso di Cristiano Giolo che ringrazio, far capire l’occupazione dello spazio in avanzamento, dare quante più possibili esperienze tecnico tattiche facendogli “vivere” le esperienze in modo differenziato, stimolandoli a cercare soluzioni da soli e non aspettare input esterni”.
Giuseppe: “Devo dire che Marco, essendo il responsabile, aveva la responsabilità della programmazione, ma mi ha sempre dato la possibilità di esprimermi”.
Ormai siamo arrivati alla fine della stagione. Come è andata complessivamente?
Marco: “Se guardiamo meramente ai risultati matematici in termini di vittorie o sconfitte, cosa che per altro non mi interessa (anche se vincere è bello), direi sufficienti. Ma se invece guardiamo quello che più interessa e cioè il numero complessivo e la media di presenze agli allenamenti, il fatto di aver perso un solo ragazzo per strada, se guardiamo il gruppo e come sorridono beh direi che è più che ottimo. Quando parlo di gruppo non mi riferisco solo ai ragazzi in campo ma anche ai loro genitori e soprattutto non mancherò mai di ringraziare gli accompagnatori”.
Giuseppe: Direi bene, mi è dispiaciuto molto non riuscire ad essere più partecipe ai concentramenti a causa degli impegni da giocatore, ma reputo di aver provato sempre a fare il bene del Frassinelle, senza mai dare priorità ad uno dei miei due ruoli.
I ragazzi secondo me hanno grosse potenzialità ma devono avere maggiore autostima, che probabilmente non hanno avuto anche a causa di mie lacune. Ma c’è sempre tempo per migliorare”.
E per chi fosse ancora indeciso ad iniziare a giocare, cosa vi sentite di dire?
Marco: “Che la vita è un bel momento da vivere, ma senza il rugby sarebbe un divertimento a metà”!
Giuseppe: Che non è mai troppo tardi per iniziare e che il bello del rugby è che concede spazio per ogni tipo di fisico. L’importante è avere carattere!”
Qual è o qual è stata la soddisfazione più grande che avete vissuto nel vostro ruolo di educatori?
Marco: “Se ti riferisci a questo gruppo di Under 12 la più grande soddisfazione è il gruppo in sé stesso”.
Giuseppe: “La soddisfazione più grande è e sarà sempre l’arrivo di un bambino nuovo al campo”
Dove ti vedi fra qualche anno?
Marco: “In pensione”.
Giuseppe: “Sicuramente in un campo di rugby”
Ultima domanda. Il Rugby Frassinelle cosa rappresenta per te?
Marco: “Rappresenta una parte di me e della mia vita, mi ha insegnato e dato molto e spero di poter ridare almeno altrettanto. Infine, ma non per ultimo, volevo ringraziare e salutare Dario Dardani uno che di passione ed amicizia ne ha da vendere”.
Giuseppe: “Frassinelle mi ha fatto tornare la voglia di giocare a rugby, dopo che per 4 anni sono stato fermo. È per questo che mi sono sentito in debito e ho dato molto a questa società. Ne sarò sempre riconoscente e mi metto a disposizione per considerare qualsiasi proposta essa mi voglia fare”.
C.S.