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“Andavamo al Madison”

volume appena pubblicato dalla Minerva Edizioni, racconta oltre sessant’anni di vita bolognese e nazionale, attraverso la storia, la leggenda e i miti che hanno legato il proprio nome a quello del Palasport inaugurato nel 1956 e dal 1996 dedicato al sindaco Giuseppe Dozza.
17 Aprile 2018 Stampa articolo

Andavamo al MedisonQuesta sera alla 18 a Bologna alla libreria Feltrinelli sarà presentato il libro, scritto a quattro mani da Lamberto Berdozzi e Giuliano Musi “Andavamo al Medison – Storia, leggenda e miti del Paladozza”, intevverà l’assesore del comune di Bologna Matteo Lepore, moderatore il giornalista Marco Tarozzi. 

“Andavamo al Madison”, volume appena pubblicato dalla Minerva Edizioni, racconta oltre sessant’anni di vita bolognese e nazionale, attraverso la storia, la leggenda e i miti che hanno legato il proprio nome a quello del Palasport inaugurato nel 1956 e dal 1996 dedicato al sindaco Giuseppe Dozza.

Il racconto di Lamberto Bertozzi e Giuliano Musi, frutto di anni di approfondite ricerche negli archivi cittadini e di ricordi personali, è corredato da un capitolo dedicato alle curiosità e arricchito da immagini dell’archivio storico Fotowall di Walter Breveglieri e da numerose fotografie inedite della collezione Luca e Lamberto Bertozzi.

andavamo al Medison

1954 prima pietra dozza-lercaro

La parte iniziale del volume è dedicata alla realizzazione dell’impianto, avveniristico per gli anni Cinquanta, che anche dal punto di vista costruttivo ha fatto storia nell’Italia del dopoguerra. Seguono capitoli che narrano le gesta sportive italiane e internazionali (al Palasport sono stati disputati incontri di livello europeo e mondiale in varie discipline), i grandi concerti di musica classica, moderna e jazz (tutti i grandi della musica si sono esibiti sul suo palco) e congressi storici della vita politica italiana, come quello del 1990 in cui fu sciolto il Partito Comunista Italiano.

Al Palasport si è ammirata la grande pallacanestro, la pallavolo internazionale, i campioni del tennis, del pugilato e della ginnastica, i più famosi interpreti della canzone italiana e mondiale e ancora spettacoli, arte, politica, costume e società, tantissimi eventi di richiamo internazionale. E’ stato sede ideale per le gesta di Borg e McEnroe, Cavicchi e Benvenuti; Nadia Comaneci e i pallavolisti della Zinella; i campioni della Virtus, della Fortitudo e i mitici Harlem Globetrotters; Elton John e Pavarotti, Jimi Hendrix e i Rolling Stones; Duke Ellington e Ray Charles; i Platters, Paul Anka, B.B. King e molti altri personaggi dello sport, della musica e dello spettacolo.

La storia del PalaDozza è la storia di Bologna per molti anni considerata la città più rossa d’Italia ma anche quella dove la cultura americana del tempo libero e dello sport ha preso maggiormente piede con baseball, football e basket, ma pure jazz e college universitari protagonisti.

Una figura basilare per l’apertura di Bologna al mondo non solo sportivo è stato Giuseppe Dozza, sindaco della città dal 1945 al 1966, al quale è dedicato il Palazzo dello Sport. Fu lui infatti a volere questo gioiello, realizzato con fondi del Coni, che ha dato un’impronta all’intero quartiere in cui è sorto. Possente come erano le ambizioni di Bologna, funzionale e bello, visto dall’alto il PalaDozza sembra un disco volante e la notte, grazie anche alla sua illuminazione, ricorda il Madison Square Garden di New York.

basketCostruito nel 1956 su progetto di Francesco Allegra, dopo varie ristrutturazioni ha oggi una capienza di 5570 posti a sedere, sempre occupati in toto dai tifosi di Virtus e Fortitudo che incitano i propri beniamini.

All’inaugurazione ufficiale del 1956 erano presenti il ministro Medici, per il Governo, il Prefetto dott. Gaiba, il Sindaco on. Dozza, il Magnifico Rettore dell’Università il Presidente del CONI. avv. Onesti, con il Segretario dott. Zauli, il Presidente della Federazione Calcio, ing. Barassi. A ricevere le autorità il comm. Renato Dall’Ara (presidente del grande Bologna), tutti i presidenti provinciali del C.O.N.I., dell’Emilia-Romagna e della Toscana, ed i presidenti delle maggiori società cittadine.

Il Presidente del CONI, avv. Onesti nel suo intervento ribadì che il Palazzo dello Sport di Bologna, per la grandiosità e l’originalità delle sue linee e la praticità delle attrezzature, sarebbe subito diventato punto di riferimento dello sport nazionale. Aggiunse poi che la città di Bologna, per le sue tradizioni sportive, meritava di essere premiata con l’assegnazione di questo impianto prototipo (in base allo stesso progetto è stato costruito il Palasport Olimpico di Roma).

L’avv. Onesti consegnò poi simbolicamente una chiave d’oro al Sindaco Dozza. Sui pennoni intanto salivano le bandiere d’Italia, del CONI e della città di Bologna mentre la banda intonava l’inno di Mameli.

L’On. Dozza, nel prendere in consegna la chiave, espresse la riconoscenza della città a coloro che avevano ideato e voluto la costruzione dell’edificio, perfezionandola tra grandi difficoltà.

Prese infine la parola il Ministro Medici, in rappresentanza del Governo, che definì la costruzione dell’edificio, vanto ed onore dell’Italia sportiva. Terminati i discorsi le autorità, guidate dall’avv. Onesti e dall’ing. Baracchi, visitarono con grande attenzione l’impianto esprimendo agli ideatori, ai costruttori ed alle maestranze il loro compiacimento per la mirabile costruzione. Nel pomeriggio ed in serata anche la popolazione fu ammessa a visitare il Palasport.

Il Palazzo dello Sport è stato inaugurato con la partita internazionale di basket Italia-Polonia (terminata 70-54) il 12 settembre 1956, primo incontro del prestigioso Trofeo Mairano giunto alla 4° edizione. Il Mairano era in quegli anni la massima manifestazione del basket europeo e richiamava le migliori nazionali continentali tra cui la Russia che si aggiudicò l’edizione disputata sotto le Due Torri.

Da quel momento il PalaDozza ha ospitato le gare delle principali squadre cittadine che hanno partecipato in forze alla massima serie. Hanno dato spettacolo sul suo parquet OARE, Sant’Agostino, Gira, Virtus e Fortitudo. 

Con la ristrutturazione dell’impianto avvenuta nel 2000, è stato aggiunto sopra il parquet di gioco il maxischermo più avveniristico e più grande d’Europa, che riporta le statistiche delle squadre in campo e le immagini della partita (proiettate su quattro schermi), intervallate da stacchi pubblicitari. Nello stesso anno è stata eliminata la pista di atletica indoor che correva nel seminterrato dell’impianto. La struttura dispone anche di un maxischermo esterno, che proietta, su Piazza Azzarita, trailers sugli eventi del PalaDozza intervallati da spazi pubblicitari.

 

C.S.



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